UNA CHITARRA DI CLASSE CON COSTANZA SAVARESE , Libero (15 maggio 2012)
15/05/2012 By Costanza
Pillole di classica
Una chitarra di classe
con Costanza Savarese
::: NAZZARENO CARUSI
Conosco Costanza Savarese da anni. Chitarrista, romana, ventiseienne, bellissima. È stata mia allieva di Musica da camera al Conservatorio di Trieste. Ricordo bene che bussò alla porta, entrò in aula,misalutò, si sedetteedisse che aveva scelto la mia classe perché girava voce che fossi stronzo.
Scoppiammo a ridere e andiamo avanti da quel dì. Anche dopol’autunno del 2008, quando all’ultimo
scazzo con il direttore m’allontanai da quella sede per due anni prima d’ottenere di andare a Udine
(nel frattempo lei concludeva gli studi), l’ho seguita ascoltandola e scambiandoci pareri molte volte.
Insomma, so che dietro gli applausi del suo trionfo di sabato sera al 75° Maggio Musicale Fiorentino ci
sono il talento sì, ovvio, ma la determinazione, l’istinto per la novità, pensiero e studio i più profondi, la capacità di scelta dei collaboratori, quell’amore del rischio che ti fa rifiutare i compromessi con le mezzeseghe ai posti di comando e tanta, tanta voglia di palcoscenico e di gioco, senza timori ma sempre con lo sguardo umile però, pronto ad accettare ogni giudizio. Già questo è spettacolo di sé. Da un’idea sua, dunque, e del compagno di musica e di vita Andrea Oliva, primo flauto dell’Orchestra di Santa Cecilia in Roma, l’attore Alessio Boni e il GlobEnsemble hanno dato al Piccolo Teatro Comunale di Firenze la prima assoluta di «Vespucci. L’impresa italiana nel nuovo mondo», storia
narrata da se stesso del mercante, navigatore e poi cosmografo fiorentino a 500 anni dalla morte.
Sulla tolda che domina l’ensemble dei musicisti, Vespucci voga nei marosi della vita sua fra scrittoio,
timone e letto, che poi è anche il dentro sé, a raccontarsi coi testi notevolissimi di AlessandroZambrini e le musiche originali (molto più belle ed espressive delle trascrizioni che le intersecano, ma qui credo si tratti di mancanza d’esperienza) di Furio Valitutti, un giovanotto con le carte tutte a posto per un futuro di successo.Le voci fuoricampo rendono la vicenda più teatrale, e fra loro infilza il cuore quella d’un gigante come Roberto Herlitzka nel ruolo di Nastagio, padre di Amerigo. Il protagonista Alessio Boni ha una maschera e una voce di grandissima lunga superiori alle pur belle prove da La meglio gioventù a Puccini. Il suo modo d’attore sa a perfezione quanto di musicale sia nelle parole e nelle sillabe che intessono melodie di vocali e consonanti.
Non sbaglia un’assonanza con le note che galleggiano ai suoi fianchi, messe lì da Valitutti non
solo per mani di colore ma quasi a suggerirgli il piacere che i motti hanno di per sé, anche a non volerli mettere per forza dentro frasi costruite pur benissimo. Portentoso è stato il GlobEnsemble, a cominciare dal prodigio del flauto dello stesso Oliva, del corno di GeremiaIezzi, del violino di Marco Serino e del contrabbasso di Daniele Carnio. Dimenticavo, ed è importante: Costanza Savarese è brava
molto più che bella. E fra le donne di spettacolo oggigiorno, così, non sono certo in tante.
Twitter@NazzarenoCarusi
http://www.costanzasavarese.com/?p=979&lang=it