Guerra e pace - Intervista a Alessio Boni
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Guerra e pace è uno dei capolavori della letteratura mondiale. Portarlo in scena è una sfida. Come ha vissuto la sua partecipazione ad un progetto così impegnativo?
Amo la letteratura russa e avevo letto Guerra e pace in Accademia. Il principe Andrej Bolkonskij è un personaggio complesso: è un uomo di alti valori morali, leale, che tiene sempre fede alla parola data. Durante il romanzo compie un percorso di ricerca interiore che lo trasformerà per sempre. E'uno di quei personaggi che sognavo di portare in scena, un personaggio difficile e affascinante, come il Raskol'nikov di Delitto e castigo.
Quando Luca Bernabei, il produttore del film, mi ha proposto questo ruolo, ho impiegato qualche mese prima di accettare. Ho riletto più volte il romanzo di Tolstoj e ho visto i film che ne sono stati tratti, quello di King Vidor e quello di Sergej Bondarcuk.
Ma quello che mi ha convinto definitivamente è stato l'incontro con Robert Dornhelm, il regista. Robert è una persona fuori dal comune, e ha una particolarità, è di origine rumena e quindi ama e conosce la letteratura russa, ma vive e lavora a Los Angeles da più di 25 anni. Ha quindi la capacità di fondere la sensibilità europea e l'abilità tutta americana di "fare" cinema. Questa duplice attitudine di Dornhelm emerge benissimo in un film come Guerra e pace dove ci sono anche scene complesse, di disordini, di battaglie, che coinvolgono centinaia di persone.
Ricordo che quando giravamo le scene delle battaglie di Austerlitz e di Borodino, io ero a cavallo, in mezzo a cinquecento francesi e Robert per riprendere in modo più realistico e coinvolgente spedì sul campo due operatori con la camera a mano vestiti da soldati francesi.
Nel romanzo di Tolstoj ci sono molti temi: quello storico, quello sociale, c'è l'amore, la religione... La lettura di un grande libro ci trasforma. Anche l'interpretazione di un personaggio produce questo effetto?
Partecipare a questo progetto è stato un arricchimento per me. Ricordo che la sera, dopo le riprese, con Valentina Cervi, che nel film interpreta Maria Bolkonsky, usavamo la sceneggiatura per ripercorrere il libro e scoprivamo sfumature, motivi che prima non avevamo colto.
Il libro è pervaso da una grande spiritualità. Andrej compie un percorso di ricerca interiore. All'inizio è ateo e parte per la guerra per difendere la patria, alla ricerca del gesto eroico. Poi, il dolore, la morte, l'esperienza della prigionia, e l'amore per Natasha lo riavvicinano alla fede cristiana.
Quando reciti c'è una crescita: il personaggio che tu porti in scena man mano si arricchisce dei contributi di tutti, del talento e delle indicazioni del regista, delle interpretazioni degli altri attori, dei costumi, delle luci.
Eravamo immersi nel romanzo di Tolstoj e si avvertiva la grande passione di tutti verso il romanzo. Penso che questa passione si sia trasmessa al film.
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http://www.italica.rai.it/scheda.php?sc ... sta&hl=espHänderingen hält einen nur davon ab, die Ärmel aufzukrempeln.